Ginko biloba
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Il ginkgo biloba è l’unica specie sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa e per questo motivo è considerato un fossile vivente. La pianta è originaria della Cina.
Il nome Ginkgo deriva probabilmente da un’erronea trascrizione di un botanico tedesco del nome giapponese derivante a sua volta da quello cinese. Il nome della specie, biloba, deriva invece dal latino ''bis'' e ''lobus'' con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie a forma di ventaglio.
Può raggiungere i 30-40 m di altezza e avere una chioma larga anche 9 m. Il tronco presenta rami sparsi da giovane e più fitti in età adulta.
La corteccia è liscia e di colore argento nelle piante giovanili, diventa poi grigia-brunastra fino a marrone scura negli esemplari maturi.
Le foglie sono decidue, lungamente picciolate a lamina di colore verde chiaro. In autunno assumono una colorazione giallo viva.
Non presenta fiori ma porta strutture definite coni, strobili o squame modificate. È una pianta dioica, porta quindi strutture fertili maschili e femminili separate in piante diverse.
Preferisce esposizioni soleggiate e un clima fresco, vegeta meglio in terreni acidi e non asfittici; sopporta egregiamente le basse temperature.
I semi non sono protetti dall’ovario. Le strutture a forma di albicocca che sono prodotte dagli esemplari femminili non sono frutti, ma semi ricoperti da un involucro carnoso.
I semi hanno un odore sgradevolissimo, per questa ragione si coltivano solamente esemplari maschili.